A volte le strade più panoramiche della vita sono le deviazioni che non si aveva intenzione di prendere.
(Angela N. Blount)

Dopo incessanti mesi di lavoro, avevamo certo bisogno di staccare la spina, ma il momento non sembrava mai quello giusto. Poi, d’un tratto, a metà febbraio, un’offerta Ryanair ha cambiato tutto: potevamo concederci una fuga romantica in un piccolo gioiello incastonato tra i Monti Balcani e il Monte Vitoša; moderno crocevia tra Oriente e Occidente, con grigi edifici civili dal persistente sapore sovietico. Sofia.

 

 

 

Partenza sabato 18 febbraio, di buon’ora; si sa, la mattina ha l’oro in bocca, e all’atterraggio, ci accoglie una fredda, ma assolata cittadina dai caratteri cirillici. Ma il meglio doveva ancora venire: la neve all’improvviso, non solo bianca e leggera; ma copiosa, inarrestabile ed elegante. In un attimo, la cupola dorata della cattedrale di Aleksandr Nevskij sembrava un cupcake ricoperto di panna montata.

Ed è davanti a questo panorama, con piccoli fiocchi candidi che ancora scendevano a notte inoltrata, che Christian ha chiesto la mia mano; in ginocchio e con un anello “ferma posto”, aspettando quello vero. Poveretto, quello che aveva scelto non era arrivato in tempo per il viaggio!

A quel punto, la mia reazione sarebbe dovuta essere il classico “sì”, e giù fiumi di lacrime; ma da buona romana, ho esclamato “Ma che davero!?” e sono scoppiata a ridere. Di sicuro, ho destabilizzato un bel po’ il futuro sposo, rovinandogli i piani più di qualche volta, ma alla fine, un lungo abbraccio non poteva che regalarci un bel “sì”.